"Città di carta"
Proposta editoriale per il mese di giugno

Il gruppo della Buona Stampa per il mese di giugno propone a tutta la comunità la lettura del seguente libro: "Città di carta" di John Green, nei tipi della RIzzoli.
IL LIBRO
La trama di questo libro è semplice, ma sicuramente di grande impatto per i giovani. Protagonisti della storia sono Quentin e Margo, due ragazzi che si conoscono da bambini; lui è fortemente attratto da lei. Da piccoli si sono imbattuti in un cadavere e il loro legame, forse per questo segreto che hanno tenuto per loro, si è rafforzato, ma poi i due ragazzi con gli anni si sono allontanati.
Fino a quando Margo non decide di coinvolgere Quentin nella sua avventura: in una notte la ragazza vuole mettere in atto le sue vendette/scherzi a danno delle persone che l’hanno ferita: il suo ex, la sua migliore amica…
Quentin si illude che dopo aver condiviso una notte indimenticabile come quella le cose tra di loro possano essere tornate a essere come prima e il loro rapporto sia rinsaldato, invece la mattina successiva scopre che Margo è scomparsa. Non è la prima volta che la ragazza fa perdere le tracce per qualche giorno, ma dopo qualche giorno di lei non si sa ancora nulla.
Sarà a questo punto che Quentin, assieme agli amici fidati, cercherà gli indizi che Margo sembra avergli lasciato, per capire che fine abbia fatto la ragazza. Lui teme che il viaggio intrapreso lontano dalla città di carta in cui abita, questa volta sia definitivo.
Lentamente Quentin metterà insieme i pezzi, interpretando le frasi di una poesia, presente nella raccolta Foglie d’erba, di Whitman che sembrano dargli dei riferimenti importanti per mettersi sulla sua strada. A questo punto della storia raccontata nel libro “Città di carta” il lettore starà facendo le sue congetture e cercherà di trovare la soluzione all’enigma creato dalla misteriosa Margo.
LA RECENSIONE
John Green sa come colpirmi, questo è sicuro.
Sa come farmi appassionare alla trama, sa come farmi sorridere, sa come farmi commuovere fino alle lacrime, insomma, sa come emozionarmi!
“…Da quassù non vedi la ruggine, la vernice scrostata, ma capisci che razza di posto è davvero. Vedi quanto è falso! Non è nemmeno di plastica, persino la plastica è più consistente. È una città di carta. Guardala Q: guarda quei viottoli, quelle strade che girano su se stesse, quelle case che sono state costruite per cadere a pezzi. Tutte quelle persone di carta che vivono nelle loro case di carta, che si bruciano il futuro pur di scaldarsi. Tutti quei ragazzini di carta che bevono birra che qualche cretino ha comprato loro in qualche discount di carta. Cose sottili e fragili come carta. E tutti altrettanto sottili e fragili. Ho vissuto qui per 18 anni e non ho mai incontrato qualcuno che si preoccupasse delle cose che contano davvero.”
E cos’è che conta davvero?
Quentin, detto Q, pensa di saperlo, ciò che conta è crescere, andare al college e costruirsi un futuro. E come potrebbe essere diverso per lui? Q così equilibrato grazie anche a due genitori psicologi che lo rendono davvero equilibrato. Loro hanno davvero previsto tutto, sì, tutto tranne Margo. Lei, una ragazza popolare, frizzante e spontanea, nonché vicina di casa di Q. Una ragazza che vive alla giornata, apparentemente libera. Ma attenzione a non tradire la sua fiducia perché l’amicizia con lei dopo andrà a “dormire con i pesci”
Non si sa come o perchè, ma una sera Margo decide di far partecipe dei suoi progetti Q, e la sua vita non sarà più la stessa…
John Green con il suo stile semplice, ma che sa andare dritto al punto, è riuscito nello stesso libro a farmi sorridere, preoccupare e persino a farmi piangere con quell’intensità tale da lasciarmi senza fiato.
Nonostante una trama un po’ rocambolesca, la storia rispecchia la realtà soprattutto per quanto riguarda i caratteri dei vari personaggi.
“Gli esseri umani sono sprovvisti di buoni specchi. È durissimo spiegare a noi come ci vedono e durissimo per noi spiegare agli altri come ci sentiamo”
Green racconta le incertezze di una realtà in continua evoluzione, dove i dubbi sono dietro ad ogni porta. Alcuni scelgono di non affondarli e di rimanere nella sicurezza delle proprie convinzioni, altri hanno così fretta di avere risposte da aprire in una volta tutte le porte e poi da scappare da esse non riuscendo a sostenerne il peso.
Ecco la cosa che mi è piaciuta di più, il fatto che, al’interno di una trama a tratti divertente e spensierata, ci siano numerosi spunti di riflessione.
Che dire infine? Davvero una splendida lettura!
“Ognuno all’inizio è una nave inaffondabile. Poi ci succedono alcune cose: le persone che ci lasciano, che non ci amano, che non ci capiscono o che noi non capiamo e ci perdiamo, sbagliamo, ci facciamo male, gli uni con gli altri. E lo scafo comincia a creparsi. E quando si rompe non cìè niente da fare, la fine è inevitabile. Però c’è un sacco di tempo tra quando le crepe cominciano a formarsi e quando andiamo a pezzi. Ed è solo in quel momento che possiamo vederci, perché vediamo fuori di noi dalle nostre fessure e dentro gli altri attraverso le loro. Quand’è che noi ci siamo ritrovati faccia a faccia? Non prima di aver guardato dentro le nostre reciproche crepe. Prima di allora stavamo solo guardando le idee che avevamo dell’altro come se stessimo osservando una tenda dalla finestra e mai la stanza all’interno. Una volta che lo scafo va in pezzi, però, la luce entra. Ed esce”.
L'AUTORE
John Green è nato a Indianapolis, il 24 agosto 1977. È uno scrittore e blogger statunitense, vincitore nel 2006 il Pritz Award per il suo primo romanzo Cercando Alaska e primo classificato nella New York Times Green nasce ad Indianapolis, ma la sua famiglia si è poi trasferita a tre settimane dalla sua nascita. L'autore ha così vissuto a East Lansing, Birmingham (in Alabama), Orlando, Chicago e a New York, per poi frequentare la Indian Springs School, un collegio e scuola diurna fuori da Birmingham in Alabama. Si diploma al Kenyon College nel 2000 specializzandosi in Inglese e studi religiosi.
Dopo aver lasciato l'università, Green passa cinque mesi lavorando come cappellano in un ospedale infantile per poi iscriversi alla University of Chicago Divinity School, che però non frequenterà. La sua esperienza lavorativa con bambini affetti da malattie mortali lo ispirerà in seguito a scrivere Colpa delle stelle.
Green vive per svariati anni a Chicago, lavorando per il giornale Booklist come assistente editoriale di recensioni letterarie e production editor, mentre scrive Cercando Alaska. Durante il suo soggiorno a Chicago, recensisce centinaia di libri, in particolare di narrativa, sull'Islam o gemelli siamesi. Inoltre scrive recensioni di libri per il The New York Times Book Review e scrive per il National Public Radio's All Things Considered e per WBEZ, una stazione radiofonica pubblica di Chicago. Green si trasferisce poi a New York, dove vive per due anni.
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