L'Eucaristia ai Separati e Divorziati
Amoris laetitia. E il Papa disse: «Bene l'interpretazione dei vescovi argentini»

Ma, quando questa opzione non è percorribile, si può aprire la strada ugualmente alla Riconciliazione e all’Eucarestia. Il Papa legge il testo e risponde: «Molto buono, spiega completamente il senso del capitolo VIII di Amoris laetitia. Non ci sono altre interpretazioni. Sono sicuro che farà molto bene». Che cos’altro dovrebbe dire Francesco di più esplicito? Le oltre trecento pagine dell’Esortazione postsinodale sono già del resto tutto un invito a cambiare prospettiva, a mettere da parte la supremazia della legge, a non fare della Chiesa una dogana, a ricordarsi del primato della misericordia «pienezza della giustizia e manifestazione più luminosa della verità di Dio» (Al, 311). Proprio in questo modo l’hanno intesa la stragrande maggioranza dei vescovi italiani.
A proposito dell’ormai famosissima nota 351, il cardinale Agostino Vallini, vicario del Papa per la diocesi di Roma, ha osservato per esempio nel settembre scorso, proprio al convegno su Amoris laetitia della diocesi di Roma: «Il Papa usa il condizionale, dunque non dice che bisogna ammettere ai sacramenti, sebbene non lo escluda in alcuni casi e ad alcune condizioni». E il vescovo di Novara, Franco Giulio Brambilla, vicepresidente della Cei per il Nord Italia, nel suo Liber pastoralis (Edizioni Queriniana) da pochi giorni in libreria, spiega: «L’accesso ai sacramenti si colloca in un momento del dialogo di discernimento: non è una norma canonica, ma l’eventuale esito di un cammino, frutto del discernimento personale e pastorale». Chissà che cosa servirà ancora per porre fine a un dibattito che a sempre più fedeli appare pretestuoso?
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